Intervista ad Emidia Papi dell’esecutivo nazionale dell’Usb, sindacato di base impegnato, venerdì prossimo, con numerose altre sigle in uno sciopero “giusto e difficlie”. E’ il primo di una lunga serie e arriva in un momento particolare per il paese in cui vecchie alleanze politico-sociali stanno per essere demolite sotto i colpi della crisi. Una demolizione che di fatto libera energie e che può rappresentare per il sindacato una occasione irripetibile.
Uno sciopero di cui nessun mass media ha parlato. Nessuno ne ha parlato. E abbiamo anche protestato nelle sedi formali per il trattamento che abbiamo ricevuto. Abbiamo registrato rispetto a questa mobilitazione un vero e proprio bavaglio dichiarato. Non se ne può parlare e basta. Se se ne parla è come lo sciopero dei trasporti. Nel migliore dei casi viene accomunato allo sciopero dei benzinai e dei farmacisti. Gli oirgani distampa tradizionali hanno in testa l’idea del governo tecnico contro il quale si scagliano i disperati. Ecco qual è la verità.
E’ in realtà il primo sciopero del 2012 che arriva in una situazione sociale molto in ebollizione. Questo scipero è sacrosanto ed è giusto anche se difficile perché viene dopo anni di bastonature dei lavoratori dipendenti da parte dei vari governi. Negli utlimi mesi, soprattutto su pensioni, tariffe, e mercato del lavoro. Sulle forme di agitazione e di rivolta, dai taxisti ai forconi: sono i piccolissimi ceti intermedi che la crisi finanziaria sta letteralmente macinando. Negli anni scorsi i lavoratori dipendenti, ed oggi anche quei ceti che sono costretti a subire l’aumento delle tariffe e non possono più evadere come prima. Non più garantiti da alcuni referenti politici, sono spinti verso l’ìimpoverimento generale. E’ una situazione che spinge verso la disperazione. L’avevamo detto che era una crisi dura. I poteri forti la stanno cercando di risolvere spremendo fino all’osso i settori popolari. Non c’è quasi più nessuna traccia della zona intermedia. Il dieci per cento dela popolazione guadagna dieci volte di chi sta in basso.
Questo ha delle ripercussioni sulla strategia sindacale e politica? Per la sinsitra le cose si fanno più complesse. Per noi il punto è non possono più garantire nulla. Quello che pensiamo è che alcuni settori popolari non dovrebbero essere lasciati in mano alle strumentalizzazioni. Questi fenomeni dovrebbero essere interpretati nel mondo gilusto. E dovrebbe essere compito di un sindacato veramente tale e di una sisnistra tale farlo. Occorre comporre alleanze. Significa sporcarsi le mani, ricercare il contato sociale con una realtà sociale di cui si è persa memoria. Noi ci muoviamo, sappiamo che le nostre potenzialità sno limitate ma abbiamo ottime aspettative. La partita non può finire qui perché in ballo c’è la riforma del mercato del lavoro.
E la vostra posizione sulle liberalizzazioni? Abbiamo espresso solidarietà ai 441 taxisti denunciati a Napoli. il Pil non si rivolve con le licenze dei taxi. C’è da colpire i grandi patrimoni e le grandi rendite cosa che questo governo non fa.
Non ti chiedo come andrà lo sciopero, ma puoi dirmi qual è il clima nei luoghi di lavoro…Sicuramente un buon risutato sarà nel trasporto locale. Abbiamo una manifestazione nazionale a Roma con un appuntamento a piazza della Repubblica. Ci saranno, per esempio, i vigili del fuoco e il pubblico iumpiego, che viene ormai macinato ad ogni manovra, ma anche gli inquilini che stanno occupando e i precari. E infine va detto che di fronte a Monti Cgil, Cisl e Uil hanno semplicemente balbettato e se la sono risolta con tre ore di sciopero senza vedere che la contestazione a questo governo è appena cominciata.