Venerdì 19 ottobre a mezzogiorno, Antonio Pignatto, membro del direttivo del circolo Emanuele Battain di Marghera, ha partecipato alla interessantissima conferenza stampa organizzata da Michele Boato presso il Centro Culturale Città Aperta in via Col Moschin a Mestre sulla Torre di Pierre Cardin.
Di seguito il breve resoconto.
Presenti Cristiano Gasparetto di Italia Nostra, Franco Rigosi, Francesco Brunello di Amico Albero ed altre 3-4 persone.
La giornalista era Mitia Chiarin della Nuova Venezia.
Michele Boato ha introdotto evidenziando la necessità di una democrazia partecipata che consenta effettivamente alla cittadinanza di conoscere e discutere prima che le decisioni vengano prese.
Gianfranco Vecchiato (ex assessore all’urbanistica del Comune) e Stefano Boato hanno argomentato con molti riferimenti la loro contrarietà al costosissimo progetto che si pone al di fuori di ogni contesto di compatibilità con la città e che, per molti aspetti, risulta assolutamente irrealizzabile.
– Altezza eccessiva (necessaria deroga ENAC)
– Vincolo paesaggistico (300 m dalla conterminazione lagunare)
– Residenze incompatibili con piani vigenti (PALAV, PRG, PAT)
– Mancanza di titolarietà dell’area: sono in via di acquisizione meno della metà dei 19 ettari previsti
– Previsti 252.000 mq di pavimento, pari a un milione di mc: l’indice di edificabilità (1,31 mc/mq) è più che doppio del Piano Direttore delle aree Vega (0,6)
– Residenza: previsti 87.080 mq, pari a 1500 appartamenti da vendere a prezzo altissimo in presenza di almeno 4000 appartamenti invenduti in città
– Alberghi: previsti 40.000 mq in presenza di un’offerta già eccessiva che aveva portato la Giunta Costa ad autorizzare nuove attività ricettive solo in sostituzione di attività cessate
– Inquinamento ottico e acustico: in particolare la soglia di decibel dell’area è già superiore di tre gradini ai limiti previsti per la residenzialità
– Fondazioni a platea spessa 4,5 m, posta a 15 metri di profondità con infissione di pali a 55 m di profondità: vengono perforate tre falde freatiche in assenza di studi idrogeologici
E’ stata sottolineata l’assenza di coordinamento programmatorio visto che la torre di Cardin si va ad aggiungere ad analoghi interventi già previsti nelle immediate vicinanze (via Ca’Marcello, Area ACTV, area Todini) per oltre 500.000 mc.
E’ stata data anche grande evidenza alla precedente esistenza di impegni di piano non rispettati che riguardano:
– la piscina nell’area Merovach, non realizzata e su cui l’autorità portuale non ha esercitato il diritto di recesso: la piscina è stata frettolosamente inserita nel progetto Cardin per ottenere il benestare della municipalità di Marghera;
– verde pubblico e città della musica (convenzione Nova Marghera – Guaraldo) che doveva garantire degli standard per qualità e vivibilità dell’area Vega non attuati; l’edificio è stato venduto a Cardin per allestire la mostra del progetto Palais Lumiere;
– connessione tra Mestre e Marghera (tra Via della Pila e via Ca’ Marcello), la cosiddetta “piastra”, presente in piani e progetti approvati e mai attuati.
Sono stati anche descritti alcuni dei bisogni prioritari di Marghera già precedentemente individuati e disattesi:
– riqualificazione Marghera Sud
– qualificazione centralità urbane (a sud e a ovest)
– accessibilità da sud per via dell’elettricità
– fiera provinciale nell’area dell’ex petrolchimico, con prolungamentoi linea tram.
Dopo l’uscita della giornalista, impegnata altrove, Carlo Giacomini, collaboratore di Boato allo IUAV, ha approfondito gli aspetti riguardanti le infrastrutture esterne alla torre per l’accessibilità e la qualità della mobilità sia della città che del porto e delle zone industriali.
1) Collegamento ferroviario: il progetto prevede il distacco dalla rete della Stazione di Mestre e l’innesto sulla rete dell’isola portuale con notevoli effetti negativi: perdita dell’innesto diretto sulle linee ferroviarie nazionali; peggioramento delle condizioni operative dei movimenti ferroviari di tutto Porto Marghera con pesanti interferenze con il traffico automobilistico; l’area del Palais Lumiere verrebe completamente circondata da raccordi ferroviari con 4 passaggi a livello; …
2) Tunnel per il traffico diretto Tangenziale-Venezia e viceversa: costosissimo e irrealizzabile perché necessiterebbe di smontare il cavalcavia di secondo livello Venezia-Marghera e parte del vecchio cavalcavia da e verso Mestre per gli anni di durata dei lavori; inoltre comprometterebbe la possibilità alternativa di spostare in sotterranea un breve tratto ferroviario di innesto per tutta la rete di Porto Marghera;
3) Collegamenti con la città giardino attraverso un sistema di rotatorie sopraelevate da realizzare su spazi ridotti e prevedibilmente a rischio di immediata congestione che ricadrebbe sulla mobilità del quartiere urbano: si realizzerebbe un vero e proprio assediio infrastrutturale (in quota per le rotatorie e a raso per la linea ferroviaria e i passaggi a livello) che impedirebbe qualsiasi integrazione fisica e funzionale con gli insediamenti e le attività circostanti
4) Percorsi pedonali e ciclabili sono assolutamente improponibili dato che sono posti a 18 m di altezza senza una copertura vegetale (disegnata nelle mappe, ma impossibile da realizzare su solai); l’accesso in quota delle piste ciclabili avviene attraverso 5 tornanti! Non è prevedibile alcuna vera fruibilità per la città.
5) La linea del tram prevista è utilissima, ma incompatibile con l’attuale presenza del binario che porta petroli dalla raffineria in tutta Italia.
Interpellato sull’argomento il nostro segretario provinciale , Sebastiano Bonzio, commenta: “penso sia giusto ricordare anche che è per ampi stralci aderente a quella che ho espresso in Consiglio comunale a nome di Rifondazione” ed inoltre ci ha promesso che ci manderà l’interrogazione fatta qualche giorno fa sull’assetto patrimoniale e qualche comportamento anomalo di consiglieri… Così pubblicheremo il tutto!