Le foto delle agenzie ritraggono Zaia e Salvini nei luoghi dell’ultimo disastro ambientale nel Veneto. Eventi che ogni volta vengono definiti straordinari, si ripetono con tale frequenza da essere per nulla eccezionali ma “normali” e attendibili. La forza con cui impattano nel nostro paese e nel Veneto e le devastazioni che provocano sono figlie delle logiche predatorie che hanno informato le politiche di gestione del territorio. Il Veneto insieme alla Lombardia, governate da decenni dalla Lega e dai suoi alleati, sono le regioni che hanno in assoluto la percentuale più alta di consumo di suolo. La Lega è da sempre, tra le principali forze politiche, una strenua sostenitrice delle grandi opere. La Lega nel parlamento Europeo ha votato contro la ratifica degli accordi sul clima di Parigi.
Solo un imbroglione della portata di Salvini può permettersi di accusare gli “ambientalisti da salotto” di avere una qualche responsabilità per il disastro che ha colpito una parte importante del nostro territorio.
La verità è un’altra. Quello che è accaduto è figlio di una gestione criminale della nostra terra, della totale incomprensione della sua fragilità e della potenza dei cambiamenti climatici che ormai sono sotto gli occhi di tutti, tranne quelli di Zaia e di Salvini che hanno precisi interessi da difendere, quelli di chi sulla rapina del nostro territorio sullo sfruttamento del lavoro e dell’ambiente ha costruito le sue fortune.
È ora che le forze che si battono con coerenza a difesa del nostro territorio, dell’ambiente e del lavoro si uniscano per costruire una alternativa di governo per la nostra regione.
Un altro Veneto è possibile; soprattutto è necessario!
Paolo Benvegnù, segretario regionale di Rifondazione Comunista – Veneto