La crisi provocata dalla pandemia costringe i governi di tutto il mondo ad un aumento fortissimo della spesa pubblica, ma questo non costituisce di per sé un reale cambiamento delle coordinate di fondo delle politiche dominanti da un trentennio.
Non basta l’aumento della spesa pubblica se non cambiano gli indirizzi di fondo.
Il decreto Rilancio, come le precedenti misure assunte dal governo, appare inadeguato ed evidentemente condizionato dalla subalternità dell’intero quadro politico a Confindustria.
Trionfa ancora una volta la riproposizione della centralità della grande impresa, verso la quale si ritiene dovuto un “assistenzialismo” senza condizionalità che invece si nega ai soggetti più deboli ed indigenti.
La drammaticità della crisi sanitaria, sociale e economica impone che si costruisca un’opposizione sociale e politica a partire da campagne e contenuti programmatici concreti.
Alla prepotenza di Confindustria va contrapposta una mobilitazione e una piattaforma che metta al centro i diritti delle classi lavoratrici e della maggioranza sociale del paese. La critica del modello sociale neoliberista può diventare di massa se partiamo dalla concretezza dei problemi e delle proposte.